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Scampia è le Vele, un inferno di camorra, spaccio e degrado sociale. Così ce la rappresentano i media con un certo compiacimento, come una Gomorra perduta per sempre. Ma Scampia, per chi ci vive, è un quartierone di centomila abitanti che ogni giorno vanno a lavorare, mentre i bimbi vanno a scuola. In questo deserto di cemento, dal 2004 Gianni Maddaloni gestisce una palestra di judo che offre corsi gratuiti ai ragazzi disagiati, spesso con padri in galera e madri senza lavoro. Nella convinzione che un bambino che impara i valori dello sport oggi sarà un killer o uno spacciatore in meno domani. Una comunità di 1200 iscritti, fra extracomunitari e non vedenti, scugnizzi a rischio e detenuti in affido, ragazzi autistici e campioni olimpici. Un modello che funziona e comincia a essere studiato e replicato in Francia e nelle periferie di Città del Messico e Calì. Questa è la storia delle sue storie, storie di lotta contro destini che non lasciano speranza, quando anche raggiungere la normalità sembra un sogno. Storie di bellezza che riempie il cuore, quella del riscatto di figli di boss che diventano pianisti e rapinatori che diventano restauratori. Per tutti il maestro c'è sempre, come un padre putativo che vuole assicurare a ognuno un futuro. Come un prete la cui religione laica è fatta di sport, altruismo e solidarietà. L'oro più prezioso, nelle periferie dell'anima.